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Come già discusso in un nostro precedente articolo, il Comune di Milano aveva imposto l’installazione di sensori per l’angolo cieco su bus e camion per accedere nelle zone di Area B e C della città. Questa misura, introdotta in risposta a una serie di incidenti mortali, spesso coinvolti ciclisti, è stata ora oggetto di una significativa svolta giuridica. Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Lombardia ha recentemente annullato integralmente le decisioni del Comune, sollevando questioni importanti sulla sicurezza stradale e la competenza amministrativa.
Il provvedimento era stato introdotto il 1° ottobre, segnando un tentativo da parte del Comune di aumentare la sicurezza stradale, specialmente per i ciclisti e pedoni. Tuttavia, secondo il Tar, il Comune di Milano ha oltrepassato le sue competenze in materia di circolazione stradale, un ambito che spetta esclusivamente allo Stato.
Il Tar ha sottolineato che il codice della strada centralizza presso gli organi statali la responsabilità dell’omologazione e l’approvazione dei dispositivi di controllo del traffico. In questo contesto, le Regioni possono intervenire unicamente su questioni che toccano la tutela della salute, mentre i Comuni possono istituire aree a traffico limitato per esigenze legate all’inquinamento e alla tutela del patrimonio.
Dal canto suo, il Comune di Milano, rappresentato dall’assessore alla Mobilità Arianna Censi, ha espresso la volontà di fare appello al Consiglio di Stato. L’assessore Censi sostiene che il divieto di circolazione per i mezzi senza sensori dell’angolo cieco sia fondamentale per la sicurezza di ciclisti e pedoni, sottolineando l’importanza di un intervento a livello governativo per uniformare questa misura a tutte le città.
Dall’altra parte, Assotir, un’associazione di trasportatori, ha accolto con soddisfazione la decisione del Tar. Il Presidente di Assotir Lombardia, Pietro Castelli, e il Segretario Generale, Claudio Donati, hanno sottolineato la necessità di un confronto costruttivo, ribadendo la loro disponibilità a discutere misure che garantiscano la sicurezza dei veicoli e rispettino le funzioni sociali ed economiche svolte dai trasportatori.
La situazione a Milano rappresenta un caso emblematico del complesso equilibrio tra sicurezza stradale, competenze amministrative e diritti degli operatori del settore dei trasporti. Mentre la decisione del Tar ha fornito un chiarimento legale importante, il dibattito sulla sicurezza stradale e la regolamentazione del traffico urbano rimane aperto e di attuale interesse.